Mens sana in corpore sano dicevano i romani e oggi le neuroscienze lo confermano. L’esercizio fisico, soprattutto quello aerobico, è in grado di indurre la produzione da parte del cervello di endorfine, sostanze chimiche con proprietà analgesica ed attivante. Così si spiega la sensazione di euforia e di ottimismo che si prova dopo l’attività fisica. Uno studio australiano ha evidenziato che tutti i tipi di esercizio sono utili: dalla camminata all’allenamento di forza, al Pilates e lo Yoga.
Una sostanza che entra in circolo grazie all’allenamento è l’irisina, un ormone prodotto durante l’attività sportiva, che trasforma il grasso dannoso in quello buono, ed ha un ruolo cruciale nel potenziamento di memoria e attenzione grazie ad un’azione neurotrofica, diretta in particolare all’ippocampo.
Entrano anche in gioco neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, che svolgono un importante effetto nella regolazione dell’umore.
A tutto questo si aggiunge l’aspetto dei benefici generali legati all’attività fisica, come la percezione di benessere generale che nasce dal piacersi di più, dal sentirsi meglio, dall’avere valori degli esami del sangue migliori.
Anche negli adolescenti lo svolgere attività fisica (e quindi trascorrere meno tempo davanti agli schermi) migliora il senso di benessere e di vitalità, oltre che favorire relazioni e un senso di fiducia in sè.
E’ importante favorire che i ragazzi possano avere la possibilità di fare sport, di sentirsi “capaci” e di piacersi (anche fisicamente). Il sovrappeso e l’obesità in età pre-adolescenziale e adolescenziale possono determinare un senso di vergogna, di non accettazione e di ritiro sociale, fino a quadri di disadattamento, ansia e calo dell’umore. Gli episodi depressivi in età precoce vanno affrontati il più presto possibile per restituire vitalità ed energia, in una fase di passaggio evolutivo molto delicata.
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